Le esplosioni nella città di Lahore. L’attentato rivendicato dai talebani. La folla lincia e uccide due sospettati. Il Papa: «Una persecuzione che il mondo cerca di nascondere»
Esplosioni provocate da terroristi kamikaze hanno colpito due chiese nella città pachistana di Lahore. Secondo l’ultimo bilancio del direttore sanitario provinciale, Zahid Pervaiz, le vittime sono almeno 15 e i feriti 78, di cui una trentina in gravi condizioni. Tra le vittime anche donne e bambini. Le deflagrazioni sono avvenute a pochi minuti di distanza, in un quartiere a maggioranza cristiana. Una ha colpito una chiesa cattolica mentre si celebrava la messa, e l’altra una chiesa protestante. I due edifici di culto distano pochi metri l’uno dall’altro.
Il testimone
Testimoni hanno riferito che la rapida azione di una guardia di sicurezza ha impedito che il bilancio fosse più alto. Gli attacchi kamikaze sono avvenuti in un quartiere a maggioranza cristiana. Un testimone, Amir Masih, ha raccontato: «Ero seduto in un negozio vicino alla chiesa, quando un’esplosione ha scosso la zona. Mi sono precipitato sul posto e ho visto una guardia di sicurezza lottare con un uomo che stava cercando di entrare nella chiesa. Dopo che non è riuscito nel suo intento, si è lasciato esplodere». Secondo il resoconto della polizia se gli agenti in servizio di sicurezza non avessero fermato gli attentatori all’ingresso delle chiese, il bilancio delle vittime e dei danni sarebbe stato molto più grave.
La rivendicazione e le proteste
Il gruppo talebano pachistano Jamaat-ul-Ahrar (Jua) ha rivendicato la responsabilità delle esplosioni . Il portavoce di Jua, Ihsanullah Ihsan, via email ha detto che tali attacchi continueranno «fino a quando la sharia non sarà imposta nel Paese. Dopo gli attacchi sono scoppiate violente proteste.Una folla inferocita ha picchiato a morte due persone sospettate di essere coinvolte nell’attacco e le ha poi bruciate. La folla ha anche sequestrato in un negozio per circa due ore quattro poliziotti feriti che secondo i dimostranti non avevano vigilato sulla chiesa. Anche i politici che erano accorsi per andare a trovare i feriti sono stati allontanati dalla gente inferocita. Due delle vittime dell’esplosione sono agenti. Uno dei sospettati sarebbe stato fermato dalla polizia.
Il dolore del Papa
Anche papa Francesco è intervenuto dopo la tragedia in Pakistan: «Con dolore, con molto dolore ho appreso degli attentati terroristici contro due chiese cristiane a Lahore in Pakistan, che hanno procurato molti morti e feriti. Sono chiese cristiane», ha ripetuto sottolineando che «i cristiani sono perseguitati, i nostri fratelli versano il sangue soltanto perché sono cristiani». «Mentre assicuro la mia preghiera per le vittime e le loro famiglie, chiedo — ha aggiunto — il dono della pace e la concordia per quel Paese e che questa persecuzione contro i cristiani, che il mondo cerca di nascondere, finisca e ci sia la pace». La comunità cristiana pachistana ha annunciato tre giorni di lutto.
Mogherini: «Agire rapidamente contro chi predica odio»
E’ essenziale che «le autorità pachistane agiscano rapidamente contro tutti i gruppi che predicano l’odio e seminano divisioni nella società». Con queste parole l’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Federica Mogherini, ha commentato gli attacchi contro le due chiese a Lahore, «un altro esempio di violenza contro vittime innocenti». Mogherini ha ricordato che «la libertà di religione o di credo è un elemento cardine delle società democratiche». «L’Ue – ha concluso – è con il Pakistan nella sua lotta contro il terrorismo e con le minoranze religiose i cui diritti devono essere garantiti in tutto il mondo».
Pakistan, 4 milioni di cristiani nel mirino
Le violenze contro le minoranze etniche o religiose si verificano in tutto il territorio nazionale, ma negli ultimi anni si è registrata una vera e propria escalation. Tra attentati, persecuzioni e accuse di blasfemia, i quattro milioni di cristiani (1 milione sono i cattolici) che vivono in Pakistan sono sempre più oggetto di gravi rappresaglie. In un paese dove il 97% dei 180 milioni di abitanti è musulmano, si sono già verificati diversi episodi di violenza. Il più grave risale al settembre 2013, quando due kamikaze si fecero esplodere in una chiesa di Peshawar uccidendo 81 cristiani. Ci sono stati poi casi emblematici come quello dei coniugi Shahzad Masih e Shama Bibi, che a Qasur, città del Nord, sono stati ingiustamente condannati a morte per blasfemia e arsi vivi in un forno per mattoni. Oppure il calvario di Asia Bibi, la 44enne del Punjab che ha già trascorso più di 2.000 giorni in carcere dopo un’assurda condanna a morte per aver offeso il profeta Maometto.