Privacy Policy
Crocifisso
Io non mi vergogno del Crocifisso. E tu?
Ci risiamo.

 

Di nuovo un altro attacco contro il crocifisso a scuola.

 

È successo a Carpi, in provincia di Modena, nella scuola media “Odoardo Focherini”.

 

A seguito di alcuni lavori di ristrutturazione svolti durante l’estate, il dirigente scolastico Federica Ansaloni ha deciso di non ricollocare al loro posto i crocifissi.

 

“Il crocifisso è un simbolo religioso. Qui siamo in una scuola, non in una chiesa. Per questo ho ritenuto di fare togliere i crocifissi dalle aule”, avrebbe affermato la preside. Che cos’è questo se non odio esplicito verso la Croce e il Crocifisso?

 

Che cos’è se non l’ennesimo gesto di cristianofobia mascherata col nome di laicità?

 

Non possiamo permettere che gesti del genere vengano accettati e “normalizzati”.

 

Perché questa è persecuzione strisciante.

 

Per fortuna la scelta ha fatto scattare la protesta di un gruppo di insegnanti e genitori, che si sono lamentati di non essere stati previamente consultati.

 

I docenti che hanno criticato la decisione della preside reputano il provvedimento “grave, sia per il suo valore simbolico, sia perché non trova riscontro in nessuna attuale normativa scolastica”.

 

In effetti, la legge è chiara.

 

L’esposizione del crocifisso nelle aule è regolamentata dall’art. 118 del Regio decreto 30 aprile 1924, n. 965 e dal Regio decreto 26 aprile 1928, n. 1297, da ritenersi ancora in vigore, in quanto non abrogati.

 

Il Consiglio di Stato, poi, si è pronunciato a favore della presenza del crocifisso nelle aule scolastiche con un parere del 1988 e uno del 2006.

 

Inoltre, nel 2011 la Corte europea per i diritti dell’uomo ha stabilito che non sussistono elementi che provino l’eventuale influenza sugli alunni dell’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche.

 

Ed è vero che purtroppo una sentenza della Corte di Cassazione del 2021 ha affermato che esporre il crocifisso non è obbligatorio, ma al contempo ha anche detto che il farlo non è da ritenersi discriminatorio. La decisione, quindi, spetta alla singola scuola, favorendo però un accordo tra le parti eventualmente in contrasto, nel rispetto delle diverse sensibilità.

 

E non è il caso di Carpi, dove tutto è stato deciso, arbitrariamente, solo dal dirigente.

 

Peraltro, ironia della sorte, la scuola media è intitolata a Odoardo Focherini, giornalista cattolico morto in un campo di concentramento nazista e beatificato nel 2013.

 

Se la preside fosse coerente, dovrebbe far cambiare il nome dell’istituto che dirige.

 

Ora, di fronte a questi attacchi al Crocifisso, ti faccio una proposta.

 

Perché non iniziamo a indossarne uno e metterlo in evidenza? Si tratterebbe di un piccolo gesto per dire: sono cristiano e ne sono fiero. Non mi vergogno di Gesù e della Croce.

 

Oppure perché non teniamo sempre in tasca una bella corona del Rosario e la preghiamo mentre stiamo in autobus, in treno o a passeggio?

 

Sarebbe una vera sfida a questo mondo secolarizzato che fa di tutto per togliere di mezzo Dio dalla vita pubblica, rinchiudendolo – se va bene – in un cantuccino nel privato.

 

E un grande esempio per chi ha paura di dichiararsi cristiano.

 

Dobbiamo farci forza: in tanti sono morti e muoiono a causa della fede. A noi, grazie a Dio, per il momento questo non ci viene chiesto. Facciamo però tutto il possibile per testimoniare che siamo di Gesù!
Raccogliamo più firme possibili!
I dati del Rapporto di ACS, tra gennaio 2021 e dicembre 2022, parlano chiaro. Nel mondo, in un 1 Paese su 3, il diritto alla libertà religiosa non è pienamente rispettato. Vale a dire in 61 nazioni su 196. In totale, quasi 4,9 miliardi di persone, pari al 62% della popolazione mondiale, vivono in nazioni in cui la libertà religiosa è fortemente limitata.

Firma subito la petizione alla presidente Meloni per dimostrarle che siamo in tanti ad avere a cuore il bene di tanti nostri fratelli e sorelle!
Aderisci anche tu