Ormai in India dilaga la cristianofobia: nel Jammu e nel Kashmir, ancora devastazioni in chiese e negozi di proprietà di cristiani, assaltati con vari pretesti da una folla di almeno 300 indù, troppi per immaginare che, come viene spesso sostenuto, sia opera soltanto di estremisti fanatici. A ciò si aggiungano, nelle due regioni, gli episodi di violenza di matrice musulmana. Secondo alcune testimonianze raccolte, molti cristiani vengono costretti con la forza ad abiurare ed a tornare induisti, per non essere perseguitati.
Ciò nonostante, nonostante minacce e violenze, l’India è anche uno dei Paesi, in cui più forte ed in crescita è la fede: nel Kandhamal, in Orissa, ben 534 sono state le Cresime celebrate la scorsa settimana nel corso di tre cerimonie, benché proprio qui dieci anni fa sia avvenuta la più feroce persecuzione cristianofobica. Ad officiarle, era presente l’arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, mons. John Barwa, presso le parrocchie di S. Pietro a Pobingia, di S. Sebastiano a Saramuli e di S. Giuseppe a Godapur.