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Tanzania: minacce di gruppi islamici ai cristiani
Tanzania: Minacce dei gruppi islamisti ai cristiani: “A Pasqua per voi sarà un disastro”
“Ringraziamo i nostri giovani, addestrati in Somalia, che hanno ucciso un infedele. Molti altri moriranno. Bruceremo case e chiese. Non abbiamo ancora finito: per la Pasqua preparatevi al disastro”. Firmato: il gruppo “Rinnovamento musulmano”.

 

 

Come riferito all’Agenzia Fides, è questo il testo dello scioccante “SMS” che circola in Tanzania, ricevuto da Vescovi e preti locali, in cui gruppi jihadisti rivendicano l’omicidio di p. Evarist Mushi, 55 anni, il sacerdote cattolico ucciso domenica 17 febbraio, davanti alla chiesa.

 

Nella Chiesa cattolica in Tanzania, vi sono preoccupazione e sconcerto. Anche le istituzioni si sono mosse: il Primo Ministro ha convocato una vertice d’urgenza con i leader cristiani e musulmani ma, come appreso da Fides, l’incontro non ha avuto esito positivo: infatti alcuni leader musulmani hanno chiesto il rilascio dei presunti killer di un Pastore protestante, Mathew Kachira, ucciso il 10 febbraio scorso. Secondo fonti di Fides nella Chiesa locale, dietro tali attentati e omicidi vi è chiaramente l’estremismo islamico, che sta prendendo piede nel paese.

 

Fonti di Fides notano che il Presidente in carica, Jakaya Kikwete, ha forse una certa dose di responsabilità perché, nella campagna elettorale, aveva promesso alla popolazione musulmana di cambiare la Costituzione, introducendo misure conformi alla “Sharia” (legge islamica). Oggi la maggior parte della popolazione si oppone a tale disegno, ma i gruppi islamisti hanno avviato, in reazione, una campagna di terrore.

 

S. Ecc. Mons. Damiani Denis Dallu, Vescovo di Geita, rimarca a Fides: “Vogliamo che nel paese regnino la pace, l’unità e l’amore che hanno sempre regnato fra i cittadini della Tanzania, indipendentemente dal credo religioso”.

 

A questo appello si uniscono altri leader cristiani, capi di religioni tradizionali e leader musulmani moderati. Questi ultimi però, nota il Vescovo “hanno paura perché sono anch’essi nel mirino dei gruppi estremisti islamici”.

 

Geita (Agenzia Fides)
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