Nella Domenica delle Palme un’esplosione ha causato 27 morti a Tanta; un kamikaze si è fatto esplodere nella chiesa di San Marco ad Alessandria: 18 le vittime. La rivendicazione del Daesh.
Due attentati kamikaze contro altrettante chiese copte in Egitto con un drammatico bilancio di almeno 45 morti e decine di feriti nella domenica delle Palme. Gli attacchi sono stati sferrati a una chiesa nella città di Tanta, nel Delta del Nilo, dove si contano 27 vittime, e alla chiesa di San Marco ad Alessandria, la seconda città più popolosa del Paese, con 18 morti. In quest’ultima chiesa stava celebrando il patriarca copto Teodoro II. I poliziotti hanno bloccato il terrorista suicida nei pressi dell’edificio religioso, e l’attentatore si è fatto esplodere.
A Tanta colpita la chiesa di San Giorgio, gremita di fedeli per il rito che apre la Settimana Santa. Secondo le prime ricostruzioni l’esplosione è avvenuta nelle prime file dei banchi, mentre il coro cantava. Il Daesh ha rivendicato le due stragi con una dichiarazione postata sui social media dall’agenzia legata allo stato islamico Amaq: “Gruppi dell’Isis hanno condotto gli attacchi contro due chiese a Tanta e ad Alessandria”.
Il primo ministro egiziano, Sherif Ismael, ha condannato l’attentato e ha detto che “si tratta di un atto terroristico empio: sradicheremo il terrorismo dall’Egitto e siamo determinati a eliminare i gruppi terroristici”. Gli attacchi dei jihadisti arrivano a 20 giorni dalla visita in Egitto del Papa, prevista per il 28 e 29 aprile in quello che sarà il suo primo viaggio in Medio Oriente.
E lo stesso papa Francesco, questa mattina in piazza San Pietro a conclusione del rito della Domenica delle Palme, ha chiesto ai fedeli una preghiera “per le vittime dell’attentato compiuto purtroppo oggi, questa mattina, al Cairo in una chiesa copta. Al mio caro fratello, papa Teodoro II, alla Chiesa copta e a tutta la cara nazione egiziana esprimo il mio profondo cordoglio, prego per i defunti e i feriti e sono vicino ai famigliari e all’intera comunità”, ha detto il Papa. “Possa il Signore convertire i cuori di chi semina terrore, violenza e morte”.
La comunità copta in Egitto conta circa il 10% della popolazione e l’attentato di oggi arriva a pochi mesi di distanza da quello del dicembre scorso, quando 25 persone furono uccise e 49 ferite nell’attentato della Cattedrale di San Marco, la più grande chiesa copta della capitale egiziana che si trova nel distretto Al Abbasiya del Cairo.
Solo dal 2013 vi sono stati una quarantina fra aggressioni di cristiani e attacchi a chiese, in pratica un episodio al mese, con decine di morti. L’epicentro delle violenze è l’Egitto rurale e in particolare la regione di Minya, il turbolento governatorato con il mix esplosivo di un 35% di popolazione cristiana e un forte radicamento jihadista.