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2017: uno dei più traumatici anni per i cristiani indiani!
2017: uno dei più traumatici anni per i cristiani indiani!
Malgrado rappresentino una minoranza in India, i cristiani in questo paese sono comunque 29 milioni di persone, la metà della popolazione italiana. E la loro situazione purtroppo continua ad aggravarsi. Ecco quanto sta succedendo.

 

Questa settimana, le notizie ci giungono sia da World Watch Monitor che da UCANews, la fidatissima agenzia di informazione indipendente cattolica dell’Asia.

 

Gli atti di intolleranza, anche fisica, degli estremisti indù verso i cristiani in India si sono raddoppiati nell’ultimo anno. Nel 2017 sono stati registrati 736 episodi di attacchi contro i cristiani contro i 348 del 2016, secondo i dati di Persecution Relief, un forum che registra la persecuzione cristiana in India.

 

Le “accuse” contro i cristiani sono sempre le solite: vanno dal cosiddetto crimine di sedizione, passando per il crimine di ribellione contro l’integrazione nazionale, fino alla grottesca accusa di profanazione dei luoghi di culto indù, e anche di “insulto” alla religione indù.

 

“Questo trend di accusare i cristiani di gravi crimini” è nuovo, afferma Shibu Thomas, fondatore di Persecution Relief, “è una nuova tattica quella di accusare i cristiani di commettere dei gravi crimini”.

 

E così, se le accuse vengono dimostrate – cosa non difficile di fronte a giudici compiacenti – l’imputato può ottenere l’ergastolo. Il fatto è che “nel 99% dei casi, gli estremisti portano falsi testimoni e accusano i cristiani di reati gravi”, ha testimoniato Thomas.

 

La violenza e la persecuzione contro i cristiani è aumentata dopo che il pro-indù Bharatiya Janata Party (BJP) è salito al potere nel 2014 con l’appoggio di gruppi indù che vogliono trasformare l’India in uno stato solo indù. Questi gruppi tentano di presentare le minoranze religiose come antipatriottiche.

 

Un operatore cristiano, Anil Andrias, che lavora nello stato di Uttar Pradesh, ha detto a UCANews che gli atti di violenza coinvolgono nella maggior parte dei casi attivisti indù che si oppongono alle riunioni di preghiera dei cristiani e così attaccano fisicamente i leader e le congregazioni cristiane. I cristiani vengono così picchiati, le loro piccole chiese vengono bruciate e in alcuni casi vengono imposte loro proibizioni sociali.

 

Inoltre, ai cristiani vengono negati i regimi di welfare governativo e gli viene impedito di raccogliere acqua da fonti pubbliche e anche di utilizzare strade pubbliche.

 

Da parte sua, World Watch Monitor ci fa sapere che la violenza contro i cristiani si concentra principalmente sul culto domenicale, sulla Quaresima e sul Natale.

 

“E’ doloroso vedere il culto privato essere attaccato da attivisti indù che violano la privacy e la santità di un individuo o di una famiglia e calpestano i loro diritti costituzionali”, ha sottolineato il rapporto “Odio e violenza contro i cristiani in India”, della Evangelical Fellowship dell’India.

 

In questo rapporto si osserva anche che i “bambini cristiani che frequentano studi biblici, con il permesso dei genitori, sono presi in custodia dalla polizia e detenuti per giorni con l’accusa di conversione (forzata)”.

 

Questa violenza contro i cristiani, sempre secondo il rapporto “Odio e violenza contro i cristiani in India”, ha una chiara connotazione di discriminazione di casta e le vittime provengono generalmente dalle cosiddette “caste inferiori”.

 

(WorldWatchMonitor, 19/02/2018)
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