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Continua la persecuzione a danno dei cristiani!
Sono 360 milioni i cristiani perseguitati nel mondo!
Riprendendo questo nuovo periodo di attività, sono tantissime le sfide che l’Osservatorio sulla Cristianofobia dovrà affrontare per far fronte alla sua missione di monitoraggio e di denuncia degli atti di persecuzione di cui sono vittima i cristiani.

 

A questo fine, spero di poter sempre contare sulla tua vicinanza, sia firmando le petizioni di questo Osservatorio, sia seguendo quanto va denunciato, sia portando nella misura delle tue possibilità un tuo aiuto economico.

 

Ti facciamo oggi un brevissimo aggiornamento sulla situazione dei cristiani in tre paesi: L’India, la Cina e l’Afghanistan.

 

Ma prima vorrei condividere pezzi di un’intervista del presidente di Open Doors – l’agenzia di aiuto e difesa ai cristiani perseguitati –, David Curry al The Daily Signal Podcast.

 

Open Doors conferma quanto già detto precedentemente: ci sono oggi nel mondo più di 360 milioni di cristiani che devono affrontare la persecuzione a causa della Fede.

 

Il presidente di Open Doors afferma che mentre la situazione dei cristiani è grave in nazioni come, per esempio, la Corea del Nord, ci sono circa “da 50 a 60 paesi in cui il grado di persecuzione è importante, che va dall’oppressione alla discriminazione, fino ad arrivare a persone che vengono uccise per la loro fede”.

 

Soltanto in Cina – classificata al 17° posto come luogo peggiore per essere cristiani – ci sono oltre 100 milioni di cristiani in uno stato di discriminazione e persecuzione.

 

Sicuramente, sempre secondo il presidente di Open Doors, “questi 100 milioni di cinesi non verranno schierati contro il muro e fucilati”.

 

Ma tutti vengono sorvegliati usando la tecnologia di riconoscimento facciale, e vengono puniti per esempio per andare in chiesa o semplicemente per aver cercato di portare i loro figli agli appuntamenti domenicali.

 

C’è un punteggio sociale in Cina e una deduzione (di questo punteggio) semplicemente per essere un seguace di Gesù e praticarlo fedelmente. Se il loro punteggio sociale è troppo basso, rischiano di perdere il lavoro, i loro figli potrebbero non essere in grado di andare a scuola, per esempio.

 

Nella Corea del Nord la situazione è ancora peggio. Lì, se un cristiano viene detenuto, trascorrerà il resto della vita e morirà in un campo di lavoro. Questo, semplicemente per avere una Bibbia, per esempio. In alcuni casi vengono anche uccisi.

 

David Curry spiega che “quando Open Doors afferma che 360 milioni di cristiani sono soggetti a livelli elevati di persecuzione, significa che patiscono una qualsiasi forma di minaccia fisica. Sono soggetti, per esempio, ad essere picchiati, molestati, violentati, costretti a sposarsi. Ciò accade ancora oggi in molte parti del mondo.

 

In Eritrea, governata dalla teologia islamica – altro paese dove i cristiani sono ad alto rischio di persecuzione –, “mentre la Costituzione afferma che si può praticare la fede cristiana, la realtà è che i cristiani sono perseguitati e imprigionati per anni, in condizioni davvero orribili, per esempio semplicemente per radunarsi a pregare”, afferma Curry. The Daily Signal.

 

India – L’incremento delle cosiddette leggi anti-conversione espone i cristiani indiani ad un rischio maggiore di persecuzione. Ci sono stati recentemente altri attacchi a sacerdoti e suore. Chiese e scuole continuano ad essere vandalizzate.

 

Secondo uno studio della United Christian Forum (UCF), organizzazione che si batte per i diritti dei membri della comunità cristiana, nei primi 100 giorni del 2022, in India sono stati documentati almeno 127 casi di violenza contro i cristiani, un conteggio che potrebbe superare il record dello scorso anno prima della fine dell’anno.

 

Il 2021 ha visto il numero più alto mai registrato di attacchi fisici contro cristiani indiani – con 486 attacchi, un aumento dell’80% rispetto al 2020 – secondo UCF, che raccoglie i dati da una linea di assistenza telefonica.

 

I cristiani in India costituiscono solo il 2,3% della popolazione totale, ma alcuni gruppi fondamentalisti indù li considerano una minaccia e un simbolo della religione coloniale straniera.

 

Mentre i missionari britannici hanno certamente contribuito a diffondere il cristianesimo in alcune parti dell’India, la religione cristiana è esistita nel sud dell’India già dal primo secolo, quando, secondo la tradizione, l’apostolo Tommaso fondò le prime chiese nello stato di Kerala.

 

Questo mese, nello stato di Himachal Pradesh è stato approvato il cosiddetto “Freedom of Religion Bill 2022”. In base a questa legge, se due persone si convertono contemporaneamente, sarà considerata una “conversione di massa”.

 

Un altro disegno di legge aumenta anche la pena per la cosiddetta “conversione di massa” ad un massimo di dieci anni rispetto ai sette anni passati.

 

A.C. Michael, un’importante leader cattolico e coordinatore dello United Christian Forum, che documenta gli attacchi ai cristiani, ha condannato questa legge:

 

“Questo è un attacco al nostro diritto fondamentale: abbiamo il diritto di propagare la nostra religione. In India i cristiani non obbligano in alcun modo gli indù a convertirsi. Non ci sono prove che qualcuno sia stato tenuto sotto tiro per convertirsi al cristianesimo”.

 

Sempre questo mese, un’organizzazione indù ha pubblicato una bozza di Costituzione di 32 pagine di una nazione indù che mira a negare il diritto di voto a musulmani e cristiani. Religion Unplugged

 

Afghanistan: Todd Nettleton, portavoce di The Voice of the Martyrs (VOM), ha raccontato a Christian Broadcast Network (CBN) le tragiche condizioni in cui vivono i cristiani afghani.

 

Nonostante gli orrori previsti dalla presa del potere da parte dei talebani, molti cristiani hanno deciso di rimanere in Afghanistan:

 

“Molti cristiani sono fuggiti un anno fa, specialmente quelli che erano pubblicamente conosciuti, quelli che avevano lavorato con organizzazioni umanitarie occidentali o erano stati in qualche modo identificati pubblicamente come cristiani”.

 

“Ma ci sono ancora cristiani in Afghanistan. Ci sono cristiani in ogni provincia dell’Afghanistan”, ha detto Nettleton.

 

Coloro che hanno lasciato il paese sapevano che sarebbero diventati bersagli da parte dei talebani. Tuttavia, altri cristiani meno conosciuti hanno preso la decisione incredibilmente coraggiosa di rimanere in Afghanistan”.

 

“Sapevano che cosa sarebbe successo a loro se fossero stati denunciati come cristiani, ma il loro atteggiamento era questo: Se tutti i cristiani lasciano il Paese, chi sarà ancora qui a condividere il Vangelo?”, ha raccontato Nettleton

 

A gennaio, l’Afghanistan è stata designata la peggiore nazione al mondo per la persecuzione dei cristiani, secondo Open Doors USA. Christian Broadcast Network

 

Cina – L’agenzia Release International (RI) denuncia una nuova ondata di repressione contro i cristiani in Cina.

 

Secondo l’agenzia RI, le autorità cinesi hanno chiuso congregazioni cristiane e arrestato i loro responsabili nell’ambito di una nuova campagna di repressione alla religione ordinata dalle autorità nel dicembre dell’anno scorso.

 

Release International rapporta il caso di un centinaio di agenti di polizia armati che avrebbero circondato un campo estivo per genitori e bambini frequentato da cristiani nella provincia di Shanxi. La polizia ha arrestato gli adulti e perquisito le loro case, sequestrando i loro libri cristiani.

 

Infatti, norme più severe sulla religione in Cina sono state approvate nel 2018 e sottoscritte dal presidente Xi Jinping nel mese di dicembre scorso, chiedendo una campagna più aggressiva contro le cosiddette religioni “illegali” in Cina.

 

Ha insistito sul fatto che le chiese dovrebbero “aderire alle opinioni religiose marxiste” e ha chiesto un’applicazione più rigorosa delle leggi sulla religione. Christian News
Raccogliamo più firme possibili!
I dati del Rapporto di ACS, tra gennaio 2021 e dicembre 2022, parlano chiaro. Nel mondo, in un 1 Paese su 3, il diritto alla libertà religiosa non è pienamente rispettato. Vale a dire in 61 nazioni su 196. In totale, quasi 4,9 miliardi di persone, pari al 62% della popolazione mondiale, vivono in nazioni in cui la libertà religiosa è fortemente limitata.

Firma subito la petizione alla presidente Meloni per dimostrarle che siamo in tanti ad avere a cuore il bene di tanti nostri fratelli e sorelle!
Aderisci anche tu