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Pakistan: Asia Bibi. Il racconto da incubo del marito: «In aula imam e leader islamici continuavano a gridare: “Blasfemi! Uccidetela!”»
Pakistan: Asia Bibi. Il racconto da incubo del marito: «In aula imam e leader islamici continuavano a gridare: “Blasfemi! Uccidetela!”»
Non c’è uno straccio di prova contro Asia Bibi. Eppure il giudice dell’Alta corte di Lahore ha confermato la condanna a morte ai danni di questa madre cattolica di cinque figli, in prigione da oltre cinque anni, per blasfemia. Com’è possibile?

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«UCCIDETELA!». Una spiegazione la offre il marito di Asia Bibi, Ashiq Masih (nella foto sopra con due figlie), che quando il giudice Anwar Ul Haq ha pronunciato di nuovo la condanna a morte era presente in aula. Parlando con la ong British Pakistani Christians, l’uomo rivela che «c’era anche un gran numero di imam e leader islamici che gridavano in continuazione: “Blasfemi!” e “Uccidetela!”».

 

«NON HO PIÙ FIDUCIA». Basta questo per capire quanto i giudici fossero sotto pressione degli estremisti islamici, che più volte hanno minacciato di morte e perfino ucciso fuori dal tribunale avvocati, imputati e giudici. «Questo processo di appello era un raggio di speranza ma il rigetto dell’appello ha distrutto la mia fiducia nel sistema legale pakistano».

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SILENZIO CON I FIGLI. Ashiq Masih ha aggiunto: «Non ho detto ai miei figli della sentenza della corte. Come potevo? Sono troppo spaventato della loro possibile reazione. Già adesso sono tutti molto depressi: ci aspettavamo infatti che a breve sarebbe tornata a casa». Ora l’unica possibilità per Asia Bibi è la Corte suprema: «I miei legali sono estremamente fiduciosi che la Corte suprema annullerà questa sentenza», conclude il marito.

 

(Tempi)
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