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Orrore nel Punjab: cristiana uccisa a colpi d'ascia!
Orrore nel Punjab: cristiana uccisa a colpi d’ascia!
Un episodio ancora incerto nei dettagli è costato la vita a una donna di fede cristiana in un villaggio dello Stato indiano occidentale del Punjab. Responsabili dell’efferata uccisione sarebbero estremisti di fede sikh, una religione monoteista nota per la tolleranza: i suoi templi sono aperti anche a visitatori di fede diversa. Non mancano, tuttavia, – soprattutto nelle aree d’origine, appunto il Punjab ma anche i confinanti Stati di Haryana e Delhi – fazioni radicali e militanti.

 

La 55enne Balwinder Kaur sarebbe stata “punita” per avere profanato il Guru Granth Sahab, testo che raccoglie gli insegnamenti dei dieci maestri (“guru”) della tradizione sikh. In sé una sintesi di elementi indù e islamici evolutasi dal XV secolo. L’omicidio è avvenuto l’11 settembre nel borgo di Veroke. Gli aggressori che, secondo quanto riportato dall’agenzia AsiaNews, si erano radunati presso l’abitazione della donna, l’avrebbero aggredita, trascinata fuori e colpita più volte alle gambe con un’ascia. Una modalità di aggressione anomala oltre che feroce, che farebbe pensare ad un aspetto punitivo e quasi rituale dell’assassinio.

 

La donna, infatti, come riferito da Harkamal Preet Singh Khakh, sovrintendente di polizia della capitale del Punjab, Amritsar, è morta dissanguata per le ferite riportate quattro ore dopo il ricovero in ospedale. La vicenda è resa ancora più drammatica dalle circostanze che l’avrebbero preceduta. Nel 2015, la donna era stata colpita in modo accidentale da una scarica elettrica, che l’aveva privata della piena capacità di comprensione. Successivamente, aveva ricevuto una denuncia da parte della comunità sikh per essere entrata con calzature non ideone in un luogo di culto (gurudwara), da cui era stata cacciata dopo un diverbio. Un precedente che ha sollecitato la polizia a seguire con maggiore determinazione la pista dell’estremismo sikh.

 

Il vescovo cattolico di Jalandhar, monsignor Franco Mulakkal, ha spiegato che, contrariamente all’immagine di convivenza e di relativa tolleranza, nello Stato del Punjab – che ha visto l’origine della fede sikh nonché della lotta della comunità per l’indipendenza prima dai musulmani e poi dai britannici – «avvengono persecuzioni». Se confermata la matrice religiosa, quella di sabato sarebbe un’azione di particolare gravità, non solo per la sua rarità, ma anche perché segnalerebbe la persistenza di focolai di estremismo. Alimentati storicamente dall’azione del governo centrale che ha prima diviso amministrativamente la “patria” sikh tra più Stati e poi ne ha represso con durezza le istanze autonomiste e indipendentiste.

 

(Stefano Vecchia, Avvenire, 16/09/2016)
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