Privacy Policy
Il Natale dei cristiani perseguitati!
Il Natale dei cristiani perseguitati!
È stato Natale anche in Iraq e in Siria. Quest’anno sono riapparsi gli alberi di Natale e i presepi nelle zone dove fino a qualche mese fa erano issate le bandiere nere dei tagliagole dell’Isis. In Iraq, nei villaggi cristiani della Piana di Ninive, gli addobbi natalizi hanno ravvivato il panorama desolato lasciato in eredità dal Daesh grazie alla tenacia e alla voglia di risollevarsi dei soldati del Nineveh Plain Protection Unit (NPU), i combattenti cristiani che proteggono le città vicino a Mosul da un’eventuale controffensiva dell’ISIS. Le celebrazioni natalizie vogliono essere un chiaro messaggio al governo centrale di Baghdad e alla comunità internazionale: queste terre erano e devono rimanere cristiane.

 

È anche un messaggio per far capire ai cristiani che sono riusciti a scappare, che si vuole tornare alla normalità, dando una speranza di poter ritornare a ripopolare la regione evitando la de-cristianizzazione dell’area, esattamente come volevano i miliziani neri. Anche ad Aleppo, in Siria, la comunità cristiana ha potuto celebrare liberamente il Natale nella Cattedrale di Sant’Elia devastata dalle rovine. Il 1° gennaio, il Patriarca Siro-Ortodosso Mor Ignatius Aphrem II ha visitato la città mentre i cittadini erano in festa per l’anno nuovo. Nella chiesa di Al-Mariameih a Damasco, i fedeli cristiani si sono riuniti per le messe di Natale a del anno nuovo.

 

Il 25 dicembre, alcuni fedeli del villaggio cristiano di Saydnaya vicino a Damasco hanno ricevuto gli auguri direttamente dal presidente siriano Bashar Al-Assad e da sua moglie. Purtroppo non si possono vedere le stesse celebrazioni in altri paesi dove i Cristiani non hanno il diritto di professare la propria fede in Gesù Cristo. In Corea del Nord, Nigeria, Somalia, Pakistan, Cina, India, Arabia Saudita, Indonesia, il semplice fatto di celebrare una messa, possedere un crocifisso o una bibbia può portare alla morte. Proprio in Pakistan, Asia Bibi la donna pakistana di religione cristiana condannata a morte per blasfemia per essere stata accusata di aver insultato Maometto, ha speso il suo settimo Natale in isolamento nella prigione femminile del Multan, lontano dai suoi cinque figli. “Perché il mondo persegue i cristiani?” si è domandato Papa Francesco durante l’Angelus in Piazza San Pietro il 26 dicembre per Santo Stefano, primo martire cristiano.

 

Il Papa ha anche ricordato il coraggio e la fede dei cristiani iracheni di Qaraqosh che hanno celebrato il Natale nella propria cattedrale distrutta dai miliziani dello Stato Islamico. “I Cristiani sono il gruppo religioso più perseguitato,” ha anche denunciato il Segretario di Stato del Vaticano Pietro Parolin davanti all’ultima Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. Il tutto, però, nel silenzio dei leader europei e internazionali che paiono non sentire l’urlo di dolore dei cristiani perseguitati nel mondo.

 

(Marco Gombacci, GliOcchidellaGuerra, 09/01/2017)
Raccogliamo più firme possibili!
I dati del Rapporto di ACS, tra gennaio 2021 e dicembre 2022, parlano chiaro. Nel mondo, in un 1 Paese su 3, il diritto alla libertà religiosa non è pienamente rispettato. Vale a dire in 61 nazioni su 196. In totale, quasi 4,9 miliardi di persone, pari al 62% della popolazione mondiale, vivono in nazioni in cui la libertà religiosa è fortemente limitata.

Firma subito la petizione alla presidente Meloni per dimostrarle che siamo in tanti ad avere a cuore il bene di tanti nostri fratelli e sorelle!
Aderisci anche tu